13# L’Homo sapiens: l’uomo (anatomicamente) moderno

La storia del continente europeo dalla preistoria a oggi

13# L’Homo sapiens: l’uomo (anatomicamente) moderno

L'uomo vitruviano

(Se invece di leggere preferisci ascoltare vai in fondo alla pagina!)

E finalmente ci siamo arrivati!
Siamo giunti a noi, all’Homo sapiens: l’uomo anatomicamente moderno!

Il sapiens fa la sua comparsa sul pianeta Terra 130mila anni fa circa, nel Paleolitico medio.
Naturalmente non compare dal nulla: prima di lui vi sono versioni di sapiens più arcaiche, ossia che presentano caratteristiche fisiche vicine al sapiens ma anche molti caratteri più arcaici.

Prima di proseguire e descrivere il nostro antenato diamo un’occhiata al contesto.

Riporto di seguito lo schema del Paleolitico già proposto per avere una rapida visione d’insieme e seguire meglio il discorso:

Paleolitico-preistoria

Schema riassuntivo del Paleolitico e delle sue tre fasi

 

In che ambiente vive il sapiens?

Dicevamo che il sapiens compare 130mila anni fa circa, in pieno Paleolitico medio.

Cosa succede in questo periodo?

Siamo, più o meno, alla fine della Glaciazione di Riss; appena 20mila anni dopo vi è la Glaciazione di Würm che coprirà il restante Paleolitico medio e tutto il Paleolitico superiore.

Quindi il sapiens appare durante un cambiamento climatico importante: nasce alla fine di una glaciazione, quella di Riss, e si sviluppa durante la glaciazione di Würm che è anche l’ultimo e più recente periodo glaciale.

Si può dire che l’ambiente del sapiens, quello in cui prende possesso del pianeta, è la Glaciazione di Würm.

Com’è il mondo in questo periodo, durante la Glaciazione di Würm?

Durante questa glaciazione il nord Europa è coperto da ghiacci perenni.
I ghiacci coprono anche zone dove oggi c’è il mare: ad esempio la Manica o il Mar Baltico o il Mare del Nord o il golfo di Botnia (che oggi divide la Svezia dalla Finlandia).. tutti questi mari non esistono in questo periodo, vi è solo un grande deserto di ghiaccio.
Insomma l’ambiente del nord Europa è, in questo periodo, paragonabile a quello che oggi si può osservare in Antartide.

Il centro Europa è coperto dalla così detta steppa-tundra, una zona che presenta le caratteristiche di entrambe queste aree attuali quindi, diciamo, con pochi alberi e tante praterie con bassa vegetazione erbacea.. ma anche muschi e licheni. A questo fanno eccezione le Alpi, coperte da ghiacci perenni.

Nell’Europa meridionale fa più caldo ma non troppo: l’attuale penisola iberica, la parte meridionale della penisola italica e dei Balcani (attuale Grecia compresa) presentano una steppa forestale, ossia prati intervallati da aree boschive e forestali.

Quest’abbassamento della temperatura non è presente solo in Europa naturalmente: interessa l’intero pianeta.

La glaciazione di Würm durerà per tutto il Paleolitico superiore e si concluderà 11700 anni fa circa, con la fine del Paleolitico stesso.

 

Ma com’è questo Homo sapiens fisicamente?

Queste le sue caratteristiche fisiche:

  • ha un cranio corto e alto, l’osso frontale è arrotondato;
  • non presenta la visiera del Neandertal, anzi ha una fronte alta;
  • i suoi rilievi orbitali sono ridotti;
  • non è presente lo chignon neandertaliano e il suo orecchio interno è diverso;
  • ha una faccia verticalizzata con mento ben pronunciato;
  • ha uno scheletro poco robusto, leggero;
  • è alto e longilineo.

Insomma, è molto diverso dal Neanderthal e anche dall’erectus.

A livello celebrale inoltre il sapiens presenta poi forti modificazioni: oltre al notevole volume celebrale, che però ricordo era presente (se non superiore!) anche in molti Neanderthal, vi è soprattutto uno sviluppo a livello di corteccia prefrontale.

Ma soprattutto: guardando i resti fossili dei primi sapiens non si può non notare che siano uguali a noi!

A questo punto, però, urge una precisazione.

 

Quindi questa è la nostra versione finale?!

Alcuni testi, soprattutto on line, sottolineano che con la comparsa del sapiens termina l’evoluzione dell’umanità a livello fisico e inizia quella culturale.. ma questa affermazione contiene almeno un grave errore concettuale di base.

Una affermazione come questa, infatti, sottintende che l’evoluzione sia un processo migliorativo assoluto.. ossia: prima eravamo scimmiette imperfette poi ci siamo gloriosamente evoluti verso l’uomo moderno.. siamo arrivati al sapiens e quindi la storia finisce qui.
No, assolutamente NO!!

Come ho diffusamente spiegato nella puntata numero 1, come viene insegnato in tutte le università dove si studia biologia, medicina (umana o veterinaria), scienze naturali o similari, come dovrebbe essere insegnato a tutti dalla prima elementare: l’evoluzione NON è un processo migliorativo assoluto.

La teoria dell’evoluzione non sostiene che sopravvive l’individuo migliore o più forte in assoluto, o che una specie si evolva necessariamente verso il meglio, l’assoluto o un dio. O che lo scorrere del tempo porti un intrinseco miglioramento nei viventi.

Come ho già detto e scritto noi non viviamo nel migliore dei mondi possibili l’esistenza migliore possibile (questo lo credeva Leibniz nel XVII secolo!!).
Non è affatto una marcia verso il successo.

La teoria dell’evoluzione sostiene che, attraverso vari fattori tra cui la selezione naturale, sopravvivono gli individui, o meglio le specie, meglio adattate a un dato ambiente.
Quindi il sapiens è il risultato dell’adattamento a un dato ambiente: tutto qui.

Ma allora l’essere umano continuerà ad evolversi in futuro per adattarsi all’ambiente?
Magari diventando più intelligente o.. forse meno? (a questo proposito consiglio il cattivissimo film Idiocracy!)

Noi non si siamo più evoluti geneticamente parlando da 130mila anni fa e questo è un fatto: possiamo dire che dalla preistoria ad oggi siamo rimasti uguali almeno a livello anatomico.. fatto salvo, forse, alcuni aspetti celebrali e endocrini di cui ancora oggi sappiamo poco e di cui, comunque, con difficoltà possiamo fare confronti con il passato.

È poi certamente vero che noi abbiamo pesantemente modificato l’ambiente in cui viviamo: quindi è vero che si potrebbe pensare che abbiamo modificato l’ambiente invece di modificarci noi.. ma questo mutamento è avvenuto soprattutto negli ultimi millenni e i millenni non sono nulla rispetto ai milioni di anni che hanno portato alla nascita del sapiens.

Tra l’altro non è proprio esatto sostenere che il sapiens come specie sia rimasta assolutamente e completamente immutata nel tempo: certo non ci sono spuntate le ali né ci è cresciuta una terza mano.. ma qualche piccolo cambiamento c’è stato, come dicevamo!
Pensate ai nostri nonni.. erano in media più bassi di noi (chiunque abbia ristrutturato una casa con un bagno degli anni ’50 ne sa qualcosa: i lavandini erano più bassi!!), oggi dell’altezza media si è alzata.
Vi è poi la questione della vista: vediamo meno dei nostri antenati.
Per non parlare della sfera riproduttiva: il maschio medio di oggi produce molti meno spermatozoi di quelli che produceva suo nonno alla sua stessa età e questo, pare, a causa dell’inquinamento che noi stessi produciamo.. ma oggi stiamo sopperendo a questo problema con tecniche di fecondazione assistita sempre più efficienti.

Quindi sì: noi modifichiamo pesantemente l’ambiente ma è anche vero che l’ambiente modifica noi!

Certo, voi direte che queste piccole modifiche non sono rilevanti: siamo comunque umani, uguali ai fossili sapiens del Paleolitico. Vero.

Ma queste piccole modificazioni, che restano all’interno della specie umana, si possono vedere in solo un secolo: cosa succederà tra, diciamo, 10mila anni?
E tra un milione?
Forse la nostra tecnologia porterà a modificazioni ancora maggiori invece di inibirle o forse non esisteremo più: vedremo! (o forse no!).


Considerate che 
il 99% della storia umana in Europa è quello che avviene tra l’arrivo dei primi ominidi, 1 milione di anni fa, e l’inizio del Mesolitico (11.700 anni fa circa).. paragonato a questo lasso di tempo gli ultimi millenni di storia non sono nulla.

Quindi, a mio parere, sostenere che l’evoluzione umana a livello fisico sia finita è quanto meno un azzardo.

E a questo punto arriviamo alla domandona che si fanno sempre tutti..

 

Da dove è venuto l’homo sapiens?

Eh sì, perché da qualche parte è venuto: niente compare dal nulla!

Sono tante le teorie sull’origine dell’umanità: alcune più fantasiose, come quella che vede apparire il sapiens miracolosamente in varie parti del globo quasi per magia, altre più sensate.

La teoria ad oggi più avvalorata circa l’origine dell’umanità vede nascere, o meglio, evolvere il sapiens in Africa e da lì migrare nel resto del pianeta: la così detta Seconda Uscita dall’Africa, Out-of-Africa II. Ricordo che la prima Uscita dall’Africa è avvenuta tra 1,8 e 1,3 milioni di anni fa, quando l’erectus ha lasciato il continente africano: ne abbiamo parlato nella puntata numero 1.

Migrando nel resto del pianeta il sapiens si ibrida con le specie già presenti, i discenti degli ominidi lì giunti dall’Africa nella Prima Uscita dall’Africa ed evolutisi nel tempo in modi diversi.

Come abbiamo visto queste migrazioni lo porteranno in Europa ad incontrare il Neanderthal (lì presente fino a 40mila anni fa circa) e ad unirsi con lui: infatti è stato dimostrato che il DNA Neanderthal ha contribuito al pool genetico di alcune etnie (razze) umane, in particolare i caucasici, gli indiani e gli oceanici.. questo secondo gli studi attuali!
L’ibridazione tra Neanderthal e sapiens è stata dimostrata nel 2010 dal gruppo di ricerca di Svante Pääbo, biologo svedese e uno dei fondatori della paleogenetica, che è riuscito a mappare la sequenza del genoma di Neanderthal (ne ho diffusamente trattato nell’episodio n7).

A questo proposito voglio aggiungere un dato che ho dimenticato di citare nelle puntate dedicate al Neanderthal: nel 2015 è stato dimostrato che l’uomo di Altamura, ossia lo scheletro ritrovato vicino ad Altamura, in Italia, nel 1993, appartiene ad un Neandertal. Questo scheletro è importante perché è tra i più completi (sono presenti in sito addirittura le ossa interne del naso!) inoltre da questo fossile è stato possibile ricavare il più antico campione di DNA Neandertal al mondo: il fossile risale a 187-128mila anni fa.

Bene abbiamo visto come è fatto il sapiens, abbiamo visto che è come noi.
Ma come viveva il sapiens? O, meglio, come vivevamo nel Paleolitico?

 

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