Le origini dell’umanità, tra pregiudizi e biologia # ep1

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Le origini dell’umanità: che argomento! Ma prima partiamo con una necessaria introduzione…
La preistoria è il fanalino di coda della storia.
Ci avete mai fatto caso?
I libri di storia delle scuole superiori sorvolano abbastanza sull’argomento, dando spesso vaghe e confuse notizie che, a volte, rasentano l’aneddotica. Inoltre la maggior parte dei professori di storia della scuola superiore neanche l’hanno studiata la preistoria all’università e figuriamoci se hanno mai studiato le origini dell’umanità!
Effettivamente la preistoria, almeno nell’università italiana, è spesso più nota ai naturalisti (ossia i laureati in scienze naturali) o agli antropologi o ai biologi e geologi.
Perché?
Perché lo studio della preistoria si scontra con l’origine dell’essere umano, quindi sulle origini dell’umanità, e con tutti i pregiudizi e preconcetti, alcuni anche di stampo religioso ma non solo, che questo stranamente spinoso argomento si porta dietro.
Perché dico “stranamente spinoso”?
Perché io, francamente, non trovo poi l’origine della vita sulla terra o le origini dell’umanità un argomento così scottante, piuttosto lo trovo molto interessante.
Poi certo, scoprire che noi, con tutta la nostra storia e tecnologia, siamo solo una parentesi nella storia della Terra e una (scusate ma è vero) cagatina di mosca in quella dell’universo può anche essere un concetto pesante da digerire.. ma questo è e, francamente, ho sempre pensato che un po’ di umiltà faccia bene alla salute.
Ah, nel caso non lo abbiate riconosciuto, la foto principale di questa pagina ritrae la statua di Charles Darwin sita al museo di Scienze Naturali di Londra.
Charles Darwin è noto per la teoria dell’evoluzione delle specie, la teoria per cui animali e vegetali si evolvono per selezione naturale che agisce sulla variabilità dei caratteri ereditari.
Le origini dell’umanità: noi e gli altri primati
Ancora oggi si sente dire “noi discendiamo dalle scimmie”.
Ecco no, proprio no.
Innanzitutto con “scimmie” in lingua italiana si indicano tutti gli animali appartenenti all’infraordine dei Simiiformes, a loro volta parte del sottordine degli Haplorrhini, che fanno capo all’ordine dei Primati.
Ok, vi siete persi.. Ve lo spiegherò nel modo più semplice possibile.
Ci sono i Primati.
40 milioni di anni fa avviene una differenziazione e i Primati si dividono in:
- catarrine o scimmie del Vecchio Mondo, oggi presenti in Asia, Africa e in piccola parte in Europa, a Gibilterra;
- platirrine o scimmie del Nuovo Mondo, oggi presenti nelle Americhe.
Qui sotto potete vedere le foto di due scimmie appartenenti all’uno e all’altro tipo di primati: al di là delle numerose differenze genetiche, la differenza fisica si può vedere alla prima occhiata.

Classificazione dei primati: scimmie catarrina e platirrina
La catarrine subiscono una nuova differenziazione 25 milioni di anni fa.
Nasce così la superfamiglia delle Hominoidea che comprende le scimmie antropomorfe: più specificatamente i gorilla, gli scimpanzè (scimpanzè comune e bonobo), i gibboni, gli oranghi e noi umani.
Le scimmie antropomorfe geneticamente più vicine a noi sono gli scimpanzè (scimpanzè comune e bonobo); l’orango è quello più lontano sia da noi che dalle altre scimmie antropomorfe.
Qui sotto potete vedere le foto di esemplari di scimmie antropomorfe.

Le scimmie antropomorfe
Quindi noi umani siamo cugini delle scimmie, ad esempio degli scimpanzé o, se preferite dirlo in un altro modo, abbiamo in comune con le scimmie attuali gli antenati.
Attenzione!
Questo fatto non è avvalorato solo da reperti archeologici, come scheletri e studi preistorici, ma anche dalla ricerca genetica attuale: test biochimici e il DNA danno risposte certe che hanno permesso di ricostruire i legami e le parentele tra specie diverse.
Di seguito potete vedere quanto fin ora spiegato, ossia le origini dell’umanità, in uno schema riassuntivo.

Le origini dell’umanità
L’evoluzione umana: tra scienza e sciocchezze
Ancora oggi, nonostante le ultime scoperte sulle origini dell’umanità, queste evidenze scientifiche vengono spesso rimesse in discussione o bellamente ignorate.
Per la stesura del podcast ho consultato diversi testi autorevoli riguardo la preistoria, sia di ambito umanistico (testi storici) che biologico-antropologico, e purtroppo ho potuto riscontrare una certa resistenza in alcuni (autorevoli) testi di storia nel descrivere con rigore scientifico quelle che sono le origini dell’umanità.
In particolare in un testo di storia da me consultato, testo autorevole e appartenente ad una collana nota, veniva bellamente dichiarato nei primi capitoli di non voler usare i termini di classificazione attualmente in uso nella comunità scientifica, né considerare i test molecolari o genetici, perché, a insindacabile giudizio degli autori, l’essere umano meritava un posto “speciale” e il DNA non era, sempre a loro parere, abbastanza conosciuto, oltre che la genetica apportatrice di dati troppo limitati per essere utilizzati per una classificazione biologica (!).
Devo dire che il primo impulso che ho avuto è stato prendere il suddetto testo e buttarlo nel bidone della carta. Purtroppo, e me ne pento, l’ho comprato (e pagato non poco) quindi non l’ho fatto.. inoltre, è questo lo devo ammettere, il testo contiene anche informazioni abbastanza interessanti.
Che poi trovo assurdo rifiutare le fondamenta della biologia e poi citare continuamente le analisi del C14, o altre analisi scientifiche, quando fa comodo per avvalorare le proprie affermazioni.
La scienza non funziona così: non puoi scegliere cosa ti piace e scartare quello che non ti piace!
Ma d’altronde in un altro testo, di taglio questa volta scientifico, testo per altri aspetti molto preciso e puntuale, addirittura si negava decadi di studi sui primati, arrivando a scrivere nero su bianco che alcune aree del cervello delle scimmie, secondo l’autore, non esistono (ok, e secondo me non esiste l’acqua.. quindi posso respirare sotto il mare.. che ne dite, ci provo?!?).
Polemiche a parte, alla base di questo errore di giudizio sulle origini dell’umanità c’è un problema noto che potete riscontrare anche, diciamo, nel parlato di tutti i giorni.
L’evoluzione è vivere nel migliore dei mondi possibili?
Si vede spesso l’evoluzione come un processo di miglioramento.
Il pensiero comune è che se noi umani siamo così belli e intelligenti non possiamo stare troppo vicini alle altre scimmie antropomorfe: noi siamo la loro versione migliorata. Quindi le origini dell’umanità sarebbe una sorta di scalata verso l’apice, ossia l’essere umano attuale.
Lo si vede anche dalle varie immagini che circolano sull’evoluzione: dalla scimmia rannicchiata al suolo al bel prestante uomo in giacca e cravatta che marcia sicuro con il suo tablet o il suo smartphone verso l’avvenire (o si rannicchia a sua volta su un grosso pc o televisore nelle versioni comiche!).
E invece no.
La teoria dell’evoluzione non sostiene che sopravvive l’individuo migliore o più forte in assoluto, o che una specie si evolva necessariamente verso il meglio, l’assoluto o un dio.
O che lo scorrere del tempo porti un intrinseco miglioramento nei viventi.
Non viviamo nel migliore dei mondi possibili l’esistenza migliore possibile (questo lo credeva Leibniz nel XVII secolo..).
Non è affatto una marcia verso il successo.
La teoria dell’evoluzione sostiene che, attraverso vari fattori tra cui la selezione naturale, sopravvivono gli individui, o meglio le specie, meglio adattate a un dato ambiente.
Ad esempio in un mondo post nucleare tra me, voi o uno scarafaggio quasi certamente la selezione naturale premierebbe lo scarafaggio. Con buona pace degli autori dei libri precedentemente citati.
Quindi le origini dell’umanità non sono l’origine di una scalata da un ominide brutto e scemo a noi esseri perfetti.
Questo concetto è davvero molto importante e ci torneremo: per questo ho voluto citarlo nel corso di questa introduzione.
Comunque tornando a noi..
La storia dell’umanità sulla Terra
Questo podcast di storia è dedicato all’Europa ma, per dare un idea generale, per inquadrare il contesto in cui siamo, vi voglio fare un rapidissimo excursus della vita umana sulla Terra e in particolare della storia dell’uomo (e della donna!).. facciamo quindi un rapido riassunto delle origini dell’umanità!
Innanzitutto:
gli esseri umani e i dinosauri non si sono mai incontrati.
Scordatevi quei cartoni animati o film americani fatti da integralisti religiosi o semplici ignoranti. Le origini dell’umanità non hanno a che fare con i dinosauri.
I dinosauri si estinguono nel Cretacico o Cretaceo 65 milioni di anni fa circa: questo avviene durante un’enorme estinzione di massa che porta alla scomparsa del 70% delle specie animali e vegetali presenti sul pianeta Terra. Le cause di questo avvenimento sono tutt’ora discusse.
Poco dopo la scomparsa dei dinosauri, o meglio, forse in contemporanea con la scomparsa dei dinosauri, compaiono i primi primati, in Africa. Lì c’è il primo lumicino, lì iniziano le origini dell’umanità.

Dal primo primate al genere Homo: la cronologia della storia dell’uomo (ovviamente per 300mila ecc. si intende 300mila anni fa!). Attenzione: l’Homo Erectus si estingue 100mila anni fa.. correggerò al più presto l’errore!
Il primo primate di cui si ha notizia, ossia traccia fossile ad oggi, è il Purgatorius, vissuto circa 65 milioni di anni fa: si può dire che questo sia il primo tassello delle origini dell’umanità.
Il Purgatorius è simile a uno scoiattolo, si nutre di insetti ed è un nostro antenato (e non solo nostro, anche degli altri Primati attualmente viventi).
Nel breve schema qui sopra (quello in giallo) potete vedere il susseguirsi di esseri che sono venuti dopo il Purgatorius: si tratta di esseri originariamente arboricoli, ossia specializzati nella vita sugli alberi, che si sono, nei millenni, adattati alla vita nella savana.
6 milioni di anni fa appare l’Orrorin tugenensis il primo primate bipede; anche lui vive in Africa.
Di questo essere sono giunti fino a noi solo pochi, ma rilevanti, resti: in particolare una parte di un femore che ha permesso di attribuirgli il bipedismo.
Ah, tra l’altro il nome Orrorin viene da una lingua parlata in Kenia e significa “uomo originario”: è noto anche con il nome Millennium Ancestor.
A circa 3,7 milioni di anni fa risalgono le impronte di Laetoli, site nell’attuale Tanzania, in Africa.
Questa è la prima evidenza di esseri che camminano abitualmente in posizione eretta: le loro impronte sono davvero simili alle nostre. Sono considerati pre-ominidi.
Tra i 3,7 e i 1,2 milioni di anni fa, sempre in Africa, vi è l’Australopiteco, un ominide il cui fossile più famoso è lo scheletro di Lucy.
Di Australopitechi vi sono varie specie, tutte estinte, a dieta erbivora con occasionale integrazione di carne: alcuni di loro sono delle vere e proprie macine viventi!
I primi esseri del genere “Homo”, come noi, risalgono a 2,2 milioni di anni fa, quindi in parte convivono con gli Australopitechi: si tratta dell’Homo habilis che, a differenza dell’Australopiteco, ha una forte preferenza per una dieta carnivora, infatti è un cacciatore.
All’Homo habilis segue l’Homo erectus: con lui inizia quella come è nota come “l’uscita dall’Africa”, l’Out of Africa, avvenuta da 1,8 a 1,3 milioni di anni fa.
E queste sono le nozioni base sulle origini dell’umanità!
Quindi arriviamo a noi, all’inizio della nostra storia.
Circa 1 milione di anni fa i primi ominidi arrivano in Europa.
Lo so, lo so: riassumere in pochi minuti la storia della comparsa dell’uomo sulla Terra è deplorevole: ci sarebbe davvero tanto da dire ma, come detto, questo podcast è dedicato all’Europa e questo voleva essere solo un rapido excursus per dare un idea, per inquadrare i fatti nel contesto generale.
Con questo concludo l’introduzione sulle origini dell’umanità e veniamo a noi.
Ma cos’è la preistoria?
E, soprattutto, cosa avviene nella preistoria in Europa?
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