7# L’enigma della valle di Neander

La storia del continente europeo dalla preistoria a oggi

7# L’enigma della valle di Neander

Uomini di Neanderthal

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Estate 1856, valle di Neander, vicino a Dusseldorf in Germania.
Degli operai stanno lavorando in una cava: nel corso dei lavori fanno saltare alcune piccole grotte lì presenti. Tra i detriti dell’esplosione scoprono alcune ossa.

Il proprietario della cava decide di portare le ossa a Johann Carl Fuhlrott, un insegnante di scienze della zona.. infatti, egli pensa che le ossa siano ciò che resta di un orso e ritiene che potrebbero essere utili durante le lezioni scolastiche.

L’insegnate esamina le ossa e le riconosce subito come appartenenti a uomo, un uomo del passato, un lontano passato: in particolare è molto colpito dalle enormi arcate ossee presenti sopra le cavità oculari del teschio, ossia le arcate sopraorbitali.
L’opinione di Johann è che questo non sia semplicemente un uomo del passato, ma qualcosa di mai visto prima: forse una grande scoperta con implicazioni notevoli.

Ma Johann è un semplice insegnante di provincia e si rende conto che la faccenda è troppo grande per lui: nessuno gli crederebbe..
Così porta le ossa a Hermann Schaaffhausen, anatomista di grande fama e professore presso l’università di Bonn: sorprendentemente l’emerito professore dà ragione a Johann.

Negli anni successivi entrambi pubblicheranno degli articoli in cui verrà proposta al mondo una nuova versione del passato, rivoluzionaria e per certi aspetti provocatoria, oltre a presentare quello che all’epoca è il più antico ominide mai ritrovato: l’uomo di Neandertal.

Una scoperta sconvolgente

La scoperta sconvolge profondamente gli animi degli accademici e non solo: come è possibile, si chiedono tutti, che quell’essere così scimmiesco sia un nostro antenato?

Teorie, ipotesi e opinioni si moltiplicano: alcuni esimi studiosi dichiarano che si tratta solo di un uomo afflitto da deformità congenite, morto pochi decenni prima.

È di questo avviso anche il notissimo anatomista Rudolf Virchow: per spiegare le particolarità dello scheletro egli dichiara, tra le altre cose, che le imponenti arcate sovraorbitali sono dovute a ripetuti colpi in testa ricevuti dall’uomo quando era in vita (!).. d’altronde, sottolinea, se non fosse così come si spiegherebbe il ritrovamento, non solo in Germania ma nel mondo intero, di un solo scheletro con tali caratteristiche? Un solo scheletro non costituisce una prova ma un’eccezione.

Non sono pochi a condividere l’opinione di Rudolf, inoltre c’è una fortissima resistenza ad accettare nella genealogia umana quello che alcuni vedono come la dimostrazione della discussa teoria dell’evoluzione di Charles Darwin (“L’origine delle specie” di Darwin viene pubblicata per la prima volta nel 1859).

A chiudere ogni discussione è un nuovo ritrovamento.

 

Un nuovo ritrovamento

Nel 1886 in Belgio sono ritrovati insieme: moltissimi strumenti litici, ossa di animali estinti e, soprattutto, due scheletri dalle caratteristiche identiche a quelle dello scheletro di Neander.

Quindi lo scheletro di Neander non è poi un’eccezione, non è un caso unico!

Nuovamente interpellato, Rudolf Virchow, tra lo sgomento della comunità scientifica, dichiara che si tratta di altri individui affetti dalla medesima patologia e maltrattamenti dell’uomo di Neander.

Davvero? Stessa patologia? Stessi maltrattamenti? A chilometri di distanza dal primo ritrovamento?
Inoltre, se si tratta di scheletri moderni, come si spiegano le decine di strumenti litici e di ossa di animali estinti trovati insieme agli scheletri?

Non serve dire che la faccenda mette in grande imbarazzo il Virchow! Forse gli costa addirittura il Premio Nobel, a cui sarà candidato nel 1902 senza però vincere (beh, va detto che Virchow non accettava neanche la teoria dell’evoluzione, il fatto che i batteri fossero causa di malattie e che fosse necessario lavarsi le mani prima di operare o far partorire..).

 

Il nostro antenato stupido.. ?!

L’idea che il Neandertal sia un individuo deforme e stupido rimane comunque a lungo nella comunità scientifica e, per certi versi, arriva fino a noi: pensate ai film, alle barzellette o i modi di dire!

Ancora all’inizio del ‘900 il noto paleontologo Marcellin Boule ne fa un ritratto simile, definendolo un umano arcaico scimmiesco, incapace di camminare del tutto eretto e dalle ridottissime abilità mentali (come vedremo invece il Neandertal ha un volume celebrale addirittura superiore al nostro!).
Tra l’altro la sua teoria è basata su uno scheletro di Neandertal quasi completo scoperto pochi anni prima: purtroppo lo studioso non considera che lo scheletro appartiene ad un Neandertal morto in tarda età e affetto da artrite, ma, soprattutto, rimonta male lo scheletro stesso, ottenendo un risultato molto distante dalla realtà dei fatti!

 

Un nuovo ominide

In ogni caso questa volta quindi non ci sono più dubbi:

è stato scoperto un nuovo ominide, l’uomo di Neanderthal!

Tra l’altro, ironia della sorte, il nome stesso lo indica..

Il nome Neanderthal deriva dalla valle di Neander dove, abbiamo visto, avviene il primo ritrovamento: Neander è la traduzione in greco antico di Neumann che deriva da Joachim Neumann noto organista vissuto nella valle. Neumann in tedesco significa appunto “uomo nuovo”!

Comunque, nei decenni successivi i ritrovamenti neandertaliani sono molti, sia in Europa che in altre zone del Vecchio Mondo.
In Italia una delle più note è a Sacco Pastore, oggi parte di Roma.

 

Il sangue del Neanderthal scorre in noi?

La scoperta dell’uomo di Neanderthal ha suscitato quindi grandi polemiche.. ma in realtà il Neandertal è stato al centro di varie discussioni anche nei decenni successivi e, tutt’oggi, è oggetto di un complesso dibattito.

La domanda è: noi discendiamo dall’uomo di Neanderthal, meglio, vi è in noi un po’ di DNA Neanderthal?

Ho consultato molti testi e ricerche per rispondere a questa domanda in modo breve e conciso.

In estrema sintesi molti testi, soprattutto se risalenti a più di 10 anni fa e non aggiornati, rispondono con un “no” secco, mentre molti altri, soprattutto i più recenti e quelli, per ironia, molto più vecchi, quindi precedenti agli anni 2000, rispondono con un “” più o meno deciso (anche se per motivi diversi).

Vediamo le teorie e il loro sviluppo..

 

Le tre teorie sul Neanderthal

Chi sia il Neanderthal e se sia un nostro antenato è stato un argomento molto dibattuto negli ultimi decenni: qui riporto una sintesi dell’evolversi delle teorie in proposito.

 

1 – IL NEANDERTHAL SI è EVOLUTO IN SAPIENS

Inizialmente si supponeva che il Neandertal costituisse una forma primitiva dell’Homo sapiens.. da qui l’assegnazione di nomi come li ha studiati chi all’ascolto ha fatto le superiori prima del 2000: Homo sapiens neanderthalensis e Homo sapiens sapiens, nomenclature ormai non corrette (lo dico soprattutto a quei professori di liceo che le usano ancora nelle dispense che ho trovato on line..).

Questa prima teoria è semplicemente questo: una teoria basata sulla mera osservazione dei fatti.
Le ossa di Neandertal sono più vecchie di quelle dei sapiens, il Neandertal appare più primitivo, ergo il Neandertal è la versione “antica” del sapiens.. ossia il Neandertal si è evoluto in sapiens.

 

2 – IL NEANDERTHAL è UN RAMO SECCO DELL’EVOLUZIONE 

Sono poi stati fatti studi biologici più approfonditi in cui si è supposto che sapiens e Neanderthal non potessero essere parenti né produrre prole fertile. Si tratterebbe di specie diverse e il Neanderthal sarebbe semplicemente un ramo secco dell’evoluzione che si è estinto.

Questa seconda teoria si basava su delle interessanti ricerche sul DNA mitocondriale.

I mitocondri sono organelli cellulari addetti alla respirazione cellulare e sono presenti in tutti gli animali (e non solo). Senza scendere in ulteriori dettagli il fatto importante è che tutti noi abbiamo solo e solamente i mitocondri di nostra madre: di madre in figlia, i mitocondri rappresentano un albero genealogico che porta indietro di millenni..

Secondo gli studi sul DNA mitocondriale noi non abbiamo il DNA mitocondriale dei Neandertal (ovviamente dei fossili di Neandertal giunti fino a noi!). Quindi questo dimostrerebbe che il Neandertal sia semplicemente un ramo secco dell’evoluzione: ossia dall’erectus, o da un’evoluzione dell’erectus, si sarebbe sviluppato il Neandertal E il sapiens e poi il Neandertal si sarebbe semplicemente estinto.

C’è però un fatto.
Se il Neandertal e il Sapiens erano specie diverse poteva essere ragionevole pensare che la loro prole fosse a volte fertile e a volte sterile.
Non è raro che l’accoppiamento tra specie vicine ma diverse dia prole fertile solo in un tipo di combinazione maschio-femmina ossia, ad esempio, solo con l’accoppiamento Maschio specie A e Femmina specie B e non il contrario (o viceversa).

 

3 – I NEANDERTHAL VIVONO IN NOI!

Ulteriori studi effettuati dal 2010 hanno dimostrato (almeno ad oggi aprile 2021) che il Neandertal ha contribuito, seppur in piccola parte, al pool genetico di alcune etnie (razze) umane.

Nel 2006 Svante Pääbo, biologo svedese e uno dei fondatori della paleogenetica, oltre che ex membro del gruppo di ricerca che aveva studiato negli anni ’90 il DNA mitocondriale del Neanderthal, fondò il Neandertal Genome Project, finanziato dalla Max Planck Society.
Nel 2010 il gruppo pubblicò la prima bozza della sequenza del genoma di Neanderthal.

Questa scoperta rivoluzionaria ha rivelato che i Neanderthal hanno lasciato traccia del loro DNA in noi! Quindi, sì, sapiens e Neandertal si accoppiavano!

Inoltre si è dimostrato che i Neandertal condividono più alleli con le popolazioni eurasiatiche che con quelle dell’Africa subsahariana (ossia a sud del deserto del Sahara).

 

Il Neandertal e le nuove polemiche

Questa scoperta ha scatenato un’infinita serie di polemiche, tant’è che è passata quasi sotto silenzio in alcuni media ufficiali.

Insomma, oggi come ieri, il Neandertal scatena polemiche costringendoci a guardare in faccia il nostro passato!

Che poi chissà perché: d’altronde il fatto che le razze, o le etnie se preferite chiamarle con il loro nuovo nome, esistono è un fatto incontrovertibile sotto gli occhi di tutti!

E poi, alla fine, che il Neanderthal sia più presente in una o un’altra etnia non cambia che gli antenati del Neandertal e quelli del sapiens siano gli stessi: degli erectus o una loro variante più moderna.. di fatto vi è stata una divisione tra le due specie che si sono adattate ad ambienti diversi differenziandosi e poi vi è stato un ricongiungimento.
Tutto qui.

Ma i misteri del Neandertal non finiscono qui!

 

La misteriosa scomparsa del Neanderthal

Il Neandertal ha vita breve: compare 200mila anni fa e scompare circa 30mila anni fa: di fatto nasce muore nel Paleolitico medio.

Perché?

Leggendo le pubblicazioni scientifiche si possono trovare davvero moltissime teorie, alcune interessanti altre un po’, diciamo, surreali.

In linea generale scegli lo studioso e ha trovato la spiegazione della fine del Neanderthal!
Infatti questo mistero del passato è spesso usato da esperti e ricercatori delle più diverse discipline come pietra angolare delle proprie teorie.

Così..

..l’economista considererà il cacciatore Neandertal come perdente dell’evoluzione contro il commerciante sapiens;

..il naturalista vedrà una spiegazione nella progressiva scomparsa della megafauna europea una crisi alimentare del super predatore Neandertal, specializzato nelle lotta contro enormi pachidermi, rispetto al veloce sapiens più adatto alla corsa e abile nel produrre armi;

..il biologo vedrà una selezione sessuale molto spinta (i sapiens, sia maschi che femmine, piacevano di più!) o un mancato adattamento ambientale (il periodo delle glaciazioni stava finendo);

.. il genetista proporrà una qualche malattia degenerativa legata all’inbreeding, ossia all’incrocio tra consanguinei ripetuto nelle generazioni in gruppi troppo isolati, sviluppatasi tra i Neanderthal che era stanziale e viveva in gruppi chiusi;

.. il sociologo scorgerà una possibile diversa struttura sociale fallimentare: divisione dei compiti tra i sapiens, magari su base sessuale, assente nei Neandertal;

Insomma: scegli l’esperto e avrai scelto la spiegazione!

Non vi riporterò tutte le teorie: molte sono interessanti certo, ma la verità è che nessuna si basa su prove scientifiche certe o su reperti.

La verità?
Forse non lo sapremo mai.

E ora veniamo all’uomo di Neandertal vero e proprio:
com’era questo nostro misterioso antenato? 

 

FONTI:

 

 

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