22# Il Mesolitico: la rinascita del mondo

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L’homo sapiens paleolitico, il nostro antenato, vive in un mondo gelido e ostile: il Paleolitico superiore è un regno di ghiacci.
Come abbiamo visto nell’episodio n14, “La nostra vita paleolitica”, il Paleolitico si conclude con un evento epocale e sconvolgente: l’Ultimo Massimo Glaciale.
Nel Paleolitico superiore infatti vi è la Glaciazione di Würm, l’ultima grande glaciazione, che si conclude con la fine del Paleolitico stesso.
La glaciazione raggiunge il suo massimo 20mila anni fa, appunto con l’Ultimo Massimo Glaciale (Last Glacial Maximum, LGM), in cui viene raggiunta la massima espansione dei ghiacci sul pianeta Terra.
L’Europa nel Mesolitico
Con la fine della Glaciazione di Würm il mondo cambia.
Quelle che erano state “aree-rifugio”, ossia luoghi più caldi all’interno dei quali gli esseri umani si erano rifugiati e si spostavano, vengono in parte progressivamente abbandonate.
L’umanità raggiunge luoghi prima coperti dai ghiacci, espandendosi lentamente in tutta Europa.
Con il cambiamento climatico la tundra e le steppe lasciano il posto alla foresta: lentamente l’Europa inizia ad assumere un aspetto sempre più simile a quello di oggi.
Cambia la fauna: la megafauna paleolitica è un ricordo del passato. I grandi erbivori, come i mammut, sono quasi estinti, e i pochi animali di grandi dimensioni rimasti si spostano sempre più a nord.
La nuova fauna è di dimensioni più piccole, diciamo di dimensioni medie, simile a quella di oggi.
Le abitudini alimentari umane cambiano: si consumano sempre più pesci, sia di mare che di lago, e molluschi.. lo testimoniano, tra gli altri, i resti giunti fino a noi di “chiocciolai”, sia marini che terrestri.
La maggiore disponibilità di spazi e di cibo, oltre al clima più mite porta ad una vera e propria esplosione demografica.
La popolazione umana cresce a dismisura e raggiunge nell’Europa occidentale, secondo i calcoli degli studiosi, i 40mila individui circa.
Conseguentemente alla crescita della popolazione aumenta anche la sua densità.
Il Mesolitico e l’Olocene
Questo nuovo mondo, in cui il clima si fa progressivamente più caldo e accogliente, ha un nome: Mesolitico, età della pietra di mezzo.
Infatti questa è l’età centrale, posta tra il Paleolitico e il Neolitico, delle tre età della pietra.
Il Mesolitico inizia 11700 anni fa circa e finisce 8000 anni fa circa: è breve sia rispetto al Neolitico, sia (soprattutto) rispetto al Paleolitico che dura milioni di anni!
L’inizio del Mesolitico coincide anche con la fine dell’epoca del Pleistocene e l’inizio dell’epoca dell’Olocene.. che poi è quella in cui viviamo anche noi oggi.
Ho trattato nel dettaglio la questione degli eoni, ere, periodi e epoche nell’episodio n2 “Le età della pietra”, a cui rimando.
L’umanità mesolitica
Oltre allo spostamento in tutto il continente europeo dell’umanità e un suo aumento a livello numerico, vi sono altri importanti cambiamenti nel Mesolitico: questa età vede infatti svilupparsi l’attività umana.
In Europa gli umani sono ancora di cacciatori-raccoglitori ma diventano maggiormente stanziali.
Infatti nel Mesolitico la popolazione europea è divisa in gruppi poco numerosi, stanziati in genere vicino a laghi o fiumi, che si spostano stagionalmente all’interno di territori definiti.
Al contempo nascono i primi villaggi e l’embrione di quello che sarà l’organizzata società neolitica.
Il Microlitismo: frecce e archi
I ritrovamenti archeologici in varie zone d’Europa ci mostrano la produzione di notevoli utensili in pietra: la lavorazione della pietra, infatti, si fa sempre più sofisticata e complessa. A questo proposito vi è la lavorazione della pietra detta microlitica.
Cos’è la lavorazione microlitica, il così detto microlitismo?
Questa è un’industria litica in cui i manufatti in selce hanno dimensioni molto ridotte, circa 2 cm, e generalmente di forma geometrica.
Si tratta prevalentemente di punte di frecce, infatti nel Mesolitico in Europa viene inventato l’arco.
Sono poi realizzati arpioni per la pesca e lance con supporti in legno o osso.
L’arte mesolitica
L’arte mesolitica è diversa da quella del Paleolitico.
Sono giunti fino a noi bassorilievi e piccole sculture che ricordano vagamente le Veneri paleolitiche, oltre ad alcuni monili in osso, prevalentemente ritrovati in tombe.
Poi sono giunte fino a noi pitture mesolitiche, ritrovate in Spagna, realizzate in ripari sotto la roccia: questa è nota come arte levantina.
Le pitture mesolitiche sono molto diverse da quelle paleolitiche: la pittura mesolitica è più dinamica, vi prevale il colore rosso e le figure umane sono più stilizzate.
Le immagini rappresentate sono perlopiù scene di caccia e raccolta, come quella dell’uomo che raccoglie del miele mentre le api gli ronzano intorno. Ma vi è anche una novità: per la prima volta viene rappresentata una scena di guerra tra esseri umani!
Nel riparo di Los Dogues è rappresentata una scena di guerra.
Si possono infatti vedere due gruppi di guerrieri stilizzati, al punto da non poter dire se siano maschi o femmine, che combattono l’uno contro l’altro usando archi e lance: il gruppo che attacca appare più numeroso mentre l’altro, più esiguo, appare nell’atto di difendersi dall’avanzata nemica.
Le tombe mesolitiche
Di epoca Mesolitica vi sono in Europa diverse sepolture giunte fino a noi.
Alcune tombe contengono un solo individuo altre invece sono tumulazioni di gruppo, alcune con una ventina di individui.
Le tombe sono molto diverse tra loro: alcune presentano un corredo altre no; la posizione dei corpi è varia; vi sono tracce di ocra in molte tombe ma questa è posta in zone diverse del corpo.
Di epoca mesolitica in Italia sono state trovate finora 3 tombe singole nell’Italia settentrionale e 1 tomba di gruppo in Sicilia.
Le tombe singole ospitano due donne, rispettivamente di circa 30 e 50 anni, e 1 uomo; la tomba di gruppo ospita una decina di corpi appartenuti a maschi e femmine, adulti e bambini.
Lepenski Vir: la prima città d’Europa
Parlando di Mesolitico europeo si deve necessariamente parlare di Lepenski Vir.
Lepenski Vir è un importante sito archeologico del Mesolitico sito in Serbia, sulla riva del fiume Danubio: è vicino al Ponte di Ferro, una gola posta tra Serbia e Romania in cui, appunto, scorre il Danubio.
Questa scoperta archeologica è stata fatta nel 1965.
Dopo anni di scavi, nel 1971 si è spostato l’intero sito, dato che la zona originaria è stata sommersa in seguito alla costruzione di una diga.. motivo per cui ulteriori ricerche e scavi sono oggi inutili: ciò che non è stato traslato è ormai perduto per sempre.
Lepenski Vir era un grande insediamento circondato da diversi villaggi satelliti: questo agglomerato è stato costruito intorno al 7000 a.C. e ha raggiunto la sua massima prosperità ed espansione tra il 5300 a.C. e il 4800 a.C..
La struttura originaria era costituita da un villaggio di un centinaio di persone che viveva di pesca, come era tipico per gli abitanti della valle del Danubio.
La società di Lepenski Vir era piuttosto avanzata: una società semi-nomade i cui componenti raccoglievano alimenti nei dintorni e cacciavano, ma anche una società strutturata e divisa da una più o meno marcata specializzazione e, conseguentemente, con differenziazioni sociali.
A livello architettonico le costruzioni erano notevoli: si tratta di edifici dalla complessa struttura geometrica, costruiti secondo uno schema non casuale che ancora oggi appare visibile. Al di fuori dell’abitato vi è una necropoli.
Nel sito sono stati rinvenuti numerosi oggetti sia di uso comune che probabilmente rituale, sculture e manufatti la cui funzione non è ad oggi chiara.
Tra le sculture più note e interessanti vi sono quelle rappresentanti figure geometriche o figure umane stilizzate con tratti, in particolare la bocca, che ricordano le sembianze dei pesci: si tratta di sculture di dimensioni abbastanza notevoli, circa 60 cm di altezza.
Al suo apice Lepenski Vir era abitato da una popolazione ben organizzata e culturalmente avanzata, dotata di una ricca vita sociale e una struttura religiosa complessa.
Secondo gli esperti questa è la prima vera città d’Europa mai costruita.
Tutti i Mesolitici d’Europa
Concludendo ricordiamo che il Mesolitico non è uguale in ogni zona d’Europa: ho dato delle date ma sono indicative, infatti l’inizio e la fine del Mesolitico non sono contemporanei ovunque.
Le popolazioni europee più a sud vengono in contatto precocemente con l’agricoltura, praticata nel Vicino Oriente, e, spesso, entrano nel Neolitico prima rispetto ad altre popolazioni europee.
Le popolazioni europee del nord colonizzano invece le inospitali terre nordiche ancora coperte dai ghiacci, rimanendo, in un certo senso, più legate al passato.
Vi è infatti anche la colonizzazione umana delle terre artiche, in quella che è l’ultima grande epopea dei cacciatori raccoglitori. Questo sarà l’origine della cultura dell’Indipendence: i paleo-eschimesi che colonizzeranno il nord della Groenlandia tra il 2400 a.C. e il 1000 a.C..
Vi è poi un caso in Europa in cui non si parla di Mesolitico ma di Epipaleolitico: Cipro.
In quest’isola il cambiamento climatico non è così marcato in quanto gli effetti della glaciazione sono stati meno marcati. Qui la Rivoluzione Neolitica arriva prima e il Paleolitico confluisce naturalmente nel Neolitico stesso.
Cos’è la Rivoluzione Neolitica? Ne parleremo nella prossima puntata quando vedremo l’ultima fase dell’Età della Pietra: l’età della pietra nuova, il Neolitico.
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La foto presente in questa pagina ritrae il sito archeologico di Lepenski Vir, in Serbia. La foto viene da un sito di stock.