6# Capanne sulla spiaggia: Terra Amata

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Il gruppo arriva nella radura quando è ancora giorno: riconoscono il posto, ci vengono ogni ciclo seguendo la migrazione delle mandrie, lo fanno da generazioni. È un bel luogo, la temperatura qui è più mite, non lontano c’è il mare.
Perlustrano la zona. Trovano i segni del loro ultimo passaggio: buchi nel terreno, erba parzialmente assente, pietre disposte in una posizione particolare. In un angolo c’è ancora l’ombra del focolare.
Si mettono al lavoro poco dopo il loro arrivo: iniziano a piantare pali nel terreno, tagliano frasche e sistemano pietre. Alcuni si recano nelle vicinanze a tagliare alberi per procurarsi altri pali e legna.
Hanno portato dei materiali con loro: alcune pietre particolarmente adatte ad essere lavorate, parti di tende o, meglio, di abitazioni diremmo noi.. in ogni caso solo poche cose.
D’altronde sono dei nomadi, cacciatori-raccoglitori che si spostano di continuo: devono viaggiare leggeri, quindi il grosso dei loro accampamenti viene, di solito, abbandonato nella speranza di ritrovarlo il ciclo successivo. Vengono spostate di luogo in luogo solo le cose facili da trasportare e davvero necessarie, lo stretto indispensabile insomma.
Raggiungendo l’accampamento stagionale il gruppo ha cacciato: così, mentre alcuni lavorano alla ricostruzione dei rifugi, altri accendono il fuoco, tagliano la carne e mettono le pelli a seccare.
Ognuno fa la sua parte.
I più forti e giovani, maschi e femmine, fanno il lavoro più pesante: sono gli stessi che hanno cacciato, la vera e propria forza motrice del gruppo, coloro su cui grava la sopravvivenza dell’intera comunità.
Gli altri, ossia i bambini, i pochi anziani e le donne in avanzato stato di gravidanza, si dedicano alle faccende più leggere.
Ci sono anche un paio di individui malati e un ferito: l’ultima caccia è stata difficile, il rinoceronte lanoso ha lottato fino alla fine per la propria vita e un membro del gruppo è stato gravemente ferito alla gamba. Ora giace in un angolo, al riparo: la gamba gli fa male e gli impedisce di muoversi agevolmente, ma lui spera di guarire con il tempo.. anche se, verosimilmente, non è detto che sarà così: forse morirà nei giorni successivi di infezione.
La vita è breve nel Paleolitico e la morte sempre in agguato: alcuni membri del gruppo che erano qui nel ciclo scorso oggi non ci sono più. Certo tra loro vi erano individui molto vecchi – avevano quasi 40 anni! – ma la principale causa di morte nel gruppo non è la vecchiaia: molti si ammalano, altri muoiono in seguito ad incidenti – di caccia ma non solo –, molte femmine muoiono di parto, tantissimi bambini non superano le prime stagioni di vita.
Al calar del sole l’accampamento è montato, il gruppo si siede intorno al fuoco, al caldo. Nell’angolo adibito a cucina la carne delle prede cacciate è stata divisa e cotta sul fuoco vivo: ora il gruppo la mangia. In un altro angolo due membri del gruppo che hanno già mangiato preparano nuove schegge di selce per la caccia di domani.
Dopo il pasto le pellicce usate per scaldarsi vengono stese intorno al fuoco e ciascuno si accoccola nel suo giaciglio: così, stretti intorno al caldo focolare, come lupi in una tana o campeggiatori moderni, il gruppo di erectus dorme al riparo dalla gelida notte.
Alle prime luci dell’alba si sveglierà, i cacciatori andranno nuovamente in cerca di prede, mentre gli altri cercheranno vegetali commestibili nelle vicinanze: insomma come sempre la giornata verrà impegnata a procurarsi il cibo per vivere un altro giorno.
Gli erectus amano questo luogo, questa terra, così ricca di prede e vegetali, dalla temperatura così confortevole. Qui stanno bene, si sentono al sicuro.. sono al sicuro.. come lo sono stati i loro padri e madri e i loro antenati nei decenni precedenti.
Curiosamente noi umani moderni abbiamo dato a questo luogo un nome davvero adatto, emblematico: Terra Amata.
Terra Amata: le prime abitazioni
Anche questa scoperta è avvenuta per caso.
Alla fine del 1965, durante i lavori di scavo per la costruzione di un condominio, a Nizza sono trovati dei resti archeologici.
I lavori vengono interrotti e viene data la possibilità a Henry de Lumley, noto archeologo francese, di fare rilievi e raccogliere i reperti.
La scoperta archeologica si rivela essere davvero notevole:
risalente a 380mila anni fa, Terra Amata è un accampamento con capanne di uomini erectus e costituisce il più antico esempio di abitazioni della storia dell’umanità.
Per chi non lo sapesse Nizza si trova in Francia, sulla costa sud, in Costa Azzurra, in riva al mare.
Come abbiamo visto nella puntata numero 2 la temperatura 380/400mila anni fa non è propriamente delle più miti, infatti è in corso la glaciazione di Mindel: una parte del nord e centro Europa è imprigionato dai ghiacci, le temperature sono basse, fa freddo. Non è strano quindi che questi cacciatori-raccoglitori si spostino verso sud, in riva al mare, dove la temperatura è più mite e dove è possibile trovare più prede (anche loro migrate più a sud per sfuggire al gelo).
A Terra Amata questi erectus stabiliscono la loro casa stagionale: sono cacciatori-raccoglitori quindi si spostano seguendo le mandrie e le stagioni ma, di stagione in stagione, di generazione in generazione, tornano nello stesso posto dove installano abitazioni provvisorie, facili da smontare.
I reperti di Terra Amata
Come sono le capanne di Terra Amata?
Le abitazioni di Terra Amata sono molto grandi: 8-16 metri x 4-7 metri. Ricordano molto le capanne degli indios dell’Amazonia, enormi e adatte ad ospitare un intero clan.
Cosa è giunto fino a noi nello specifico?
Buchi atti, probabilmente, ad ospitare pali, accumuli di pietre che definiscono un perimetro, schegge, ossa, strumenti.
Al centro di queste capanne è stato trovato il chiaro resto di un focolare e intorno un’area sgombra dove, evidentemente, gli ominidi dormivano. Quindi si, dormivano intorno al fuoco, come hanno fatto per millenni i nomadi di tutte le culture, come facciamo noi quando andiamo in campeggio (o come fa il mio gatto e faceva il mio cane.. con la sola differenza che il loro focolare è/era una stufa elettrica!).
La presenza di un focolare è importante: questa è la prima testimonianza indiscutibile della domesticazione del fuoco, ossia della capacità dell’uso del fuoco, in Europa.
Al di là del focolare, lo spazio restante è occupato da scarti di vario genere: ossa, avanzi di cucina, schegge.. Sulla base della posizione degli scarti si è potuto identificare nella vasta capanna una zona dedicata alla cucina e una all’intaglio delle pietre.
Una curiosità: nei pressi delle abitazioni (e anche all’interno di una di queste) sono stati rinvenuti dei coproliti, ossia delle feci fossili: dalla loro analisi è stato possibile conoscere più approfonditamente l’Homo erectus, ad esempio sapere cosa mangiava e che malattie aveva (abbiamo parlato dell’uomo erectus nella puntata 4).
La divisione del lavoro preistorica
Nella mia ricostruzione vi ho mostrato una divisione del lavoro basata sull’età e lo stato di salute: quindi uomini e donne giovani e in salute che cacciano, mentre bambini, anziani, malati, donne incinte raccolgono vegetali e si occupano di compiti meno gravosi.
Ci tengo a precisare che alcune ricostruzioni riguardo Terra Amata e, più in generale gli erectus e/o gli uomini primitivi, ipotizzano che venisse praticata la divisione del lavoro su base sessuale, con maschi che cacciano e femmine che stanno negli accampamenti con i piccoli e/o a raccogliere vegetali.
A parte che vi sono evidenze archeologiche di femmine cacciatrici, ma la divisione del lavoro su base sessuale è un supposizione (spesso indimostrabile) basata sulla nostra visione.. e per nostra intendo moderna, occidentale e patriarcale.
Molte società primitive giunte fino a noi, esistenti almeno fino agli anni ’70 del ‘900 e studiate da antropologi, presentavano una struttura sociale completamente diversa dalla nostra: alcune erano società matriarcali dove solo le donne cacciavano mentre gli uomini commerciavano, altre seguivano complessi sistemi di assegnazione dei compiti legati a segni premonitori alla nascita..
Ma soprattutto, molte società di cacciatori-raccoglitori presentavano una divisione del lavoro per età e non per sesso, ossia: coloro che erano adulti e forti cacciavano, coloro che erano troppo giovani o troppo vecchi o inabili stavano al villaggio a badare ai bambini o raccogliere i vegetali.. una suddivisione piuttosto logica a dire il vero!
La fine di Terra Amata
Comunque cosa ne è stato di Terra Amata?
Alla fine dei sei mesi lasciati a disposizione degli studiosi, da gennaio a giugno del 1966, i lavori di costruzione sono semplicemente ricominciati: il sito è stato distrutto e ricoperto da cemento. Oggi qui sorge un residence.
In tutto sono stati raccolti oltre 35mila reperti.
E prima dove vivevano gli ominidi?
Concludendo ci tengo a fare una piccola precisazione.
Abbiamo detto che Terra Amata è il primo e più antico esempio di capanna, di abitazione giunta fino a noi.
Attenzione a considerare bene questa affermazione: il fatto che sia il resto più antico ad oggi trovato non significa necessariamente che prima di questo periodo gli ominidi non fossero in grado di costruirsi rifugi.
Costruire un giaciglio, un rifugio, non è poi una cosa così complicata e non è assolutamente un fatto raro in natura tra gli altri animali non umani.
Gli uccelli fanno nidi, in alcuni casi ben più elaborati delle case di Terra Amata, molti mammiferi si “arredano tane” (ad esempio i criceti), gli altri primati non umani sono soliti prepararsi un giaciglio.
La logica quindi porta a pensare che capanne o altri rifugi fossero presenti anche prima e fossero presenti soprattutto in Europa dove il clima gelido delle glaciazioni richiedeva certamente dei ripari. Semplicemente queste capanne non sono giunte fino a noi!
Lazaret, una capanna in una caverna
La zona di Nizza è stata fortemente abitata, certamente per ragioni climatiche, durante il Paleolitico. Quindi non è strano che vi sia un altro interessante sito archeologico nelle vicinanze di Terra Amata: Lazaret.
Il sito è noto dalla fine dell’800 ma gli scavi e gli studi risalgono agli anni ’50 del 900: dal 1962 sono stati portati avanti da Henry de Lumley, lo stesso archeologo di Terra Amata.
Ma cos’è Lazaret?
Lazaret è una caverna all’interno della quale sono stati trovati i resti di un’antica grande capanna risalente a circa 180/200mila anni fa.
Perché una capanna dentro una caverna?
Siamo nel Paleolitico medio, c’è la glaciazione di Riss: fa freddo, molto freddo.. anche in estate la temperatura può scendere sotto zero!
Ripararsi in una caverna aiuta certamente a proteggersi dal freddo ma non basta: così gli ominidi costruiscono una grande capanna, di 11 metri per 3,5 metri, fatta di pelli. L’interno della capanna c’è uno spazio delimitato da pietre per un focolare.
Qui sono stati trovati molti reperti interessanti che danno uno spaccato della vita di questi ominidi:
- sulla base dei resti di piccole conchiglie marine trovate intorno al focolare, si è ipotizzato che il letto di questi ominidi sia fatto alghe marine;
- la loro alimentazione si basa sulla carne, in particolare: cervo, stambecco, cavallo, rinoceronte lanoso, coniglio, marmotta, bovini..
- le pelli degli animali uccisi sono essiccate e usate per scaldarsi, rivestire il suolo e la capanna stessa.
Chi erano gli abitanti di Lazaret?
Di loro è giunto fino a noi molto poco: un paio di denti e un pezzo di cranio.
Ma questo è bastato per vedere che qualcosa è cambiato:
questi ominidi non sono più erectus, o, almeno non lo sono più completamente. Sono una via di mezzo tra gli erectus e i Neanderthal .
Ed eccoci qui arrivati al pezzo forte del mondo paleolitico,
a uno dei più grandi e discussi misteri della preistoria:
l’uomo di Neanderthal.
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