5# Il mistero di Isernia

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Fa caldo.
Siamo negli anni ’70 del ‘900, nel 1978. È estate, agosto. E, appunto, fa caldo.
Il 1978.. per cosa ce lo ricordiamo, cosa è successo in Italia nel 1978?
A marzo Aldo Moro è stato sequestrato dalle Brigate Rosse, da cui, il 9 maggio dello stesso anno verrà ucciso.
Il presidente della Repubblica Italiana Giovanni Leone si è dimesso a giugno, travolto dallo scandalo Lockheed (le cui accuse si riveleranno poi essere infondate) e Sandro Pertini è stato nominato nuovo Presidente.
Il film “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes.
E poi succedono tante altre cose.
Ad esempio a Isernia La Pineta, in Molise, sono in corso i lavori per la costruzione di una superstrada.
Una grande scoperta
Alberto Solinas si trova in vacanza nella zona con la famiglia.
Spinto da un momento di noia, osserva i lavori in corso e un dettaglio colpisce la sua attenzione: tra i cumuli di terra estratti nei lavori ci sono delle ossa fossili e delle schegge preistoriche. Solinas le raccoglie e le studia, scatta delle foto, prende appunti.
Circa un anno dopo dei ricercatori dell’università di Ferrara, che stanno svolgendo uno scavo archeologico nelle vicinanze, vengono avvertiti dallo stesso Solinas del ritrovamento.
All’inizio c’è qualche resistenza: i reperti sembrano troppo in buono stato e, soprattutto, troppo numerosi ma, giunti sul posto, tutti i dubbi vengono superati.
Con l’inizio degli scavi sistematici si scopre la vera entità del ritrovamento:
un accampamento di cacciatori preistorici, probabilmente appartenenti alla specie homo erectus, risalente al Paleolitico, più precisamente a circa 700mila anni fa.
E l’area è enorme: circa 30mila m2, con più strati.
Si tratta di una delle più importanti scoperte del secolo di archeologia preistorica in Europa.
La notizia fa il giro nel mondo, almeno nelle riviste specialistiche e tra gli esperti del settore: infatti nel mondo pre-social questo genere di notizie di, diciamo, nicchia fanno meno rumore.
Comunque, a coronamento di tanta fama, nel 1988 la foto del sito di Isernia La Pineta troneggia nella prestigiosa copertina di Nature.
Il mistero della distesa d’ossa
Eh sì, Isernia, città di circa 21mila abitanti sita in Molise, in Italia, è uno dei più importanti siti preistorici italiani.
Nell’enorme area sono trovati moltissimi reperti: manufatti in selce, chopper, ossa di animale..
Di fatto vengono fatte tutt’oggi nuove scoperte: nel 2014 è stato trovato un dente da latte di un bambino di circa 7 anni, risalente a 586mila anni fa.
Qui oggi sorge il Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia.
Ma Isernia La Pineta non è solo questo. È anche un mistero.
Come si può vedere nelle foto del sito di Isernia o visitando il suo museo, qui è stato trovato un numero enorme di ossa di animali mescolate a migliaia di strumenti in pietra.
Si tratta di una vera e propria distesa: strato su strato di ossa, teschi e corna. Vedendo le foto on line del museo non si può non rimanere impressionati.
Queste ossa appartengono in gran parte ad animali di grandi dimensioni: soprattutto bisonti, l’elefanti e rinoceronti, ma anche orsi, l’ippopotami, cinghiali, daini e megacero (tipo di cervo enorme oggi estinto); è stata trovata anche una Panthera leo fossilis, che poi sarebbe un antenato del leone.
Perché? Quale è il motivo di tutto questo?
Sono state avanzate molte ipotesi per fare luce sul mistero di Isernia.
Le ipotesi sulle ossa di Isernia
Prima di tutto un’importante informazione: dagli studi del terreno si è scoperto che nel Paleolitico questa era una prateria attraversata da un fiume ed erano presenti delle paludi.. quindi l’accampamento di ominidi era in una zona paludosa.
Vediamo quindi insieme le ipotesi sul sito di Isernia:
1. questa sarebbe una sorta di “macelleria”: gli ominidi cacciavano enormi animali, ne portavano all’accampamento le carcasse per macellarle con calma e mangiarle;
2. questa era una trappola naturale: essendo una zona paludosa i grandi animali si impantanavano, restavano bloccati o annegavano e gli ominidi si limitavano o a finirli e mangiarli o mangiarli dopo che erano morti annegati.
Si tratta in entrambi i casi di spiegazioni ragionevoli e logiche, no?
Il problema di queste due ipotesi è questo:
non sono stati trovati scheletri completi né ossa di connessione anatomica.
Certo questa potrebbe essere una discarica, un luogo dove gli ominidi erano soliti gettare le ossa avanzati dei loro pasti.
E naturalmente, data la grande quantità di ossa, si tratterebbe di una discarica accumulata in un’ampio periodo di tempo, quindi in generazioni. Effettivamente le ossa in questione presentano segni di scarnificazione effettuata con strumenti litici ma, oggettivamente, l’aspetto di una discarica, oggi come ieri, non è questo!
Questo pare più un lastricato di ossa, quasi una pavimentazione.
E questa infatti sarebbe un’altra ipotesi:
si tratterebbe di una sorta di pavimentazione artificiale, fatta delle ossa più grosse di grandi animali e pietre e strumenti litici di scarto, ossia non più utilizzabili.
Oggi questa pare l’ipotesi più avvalorata.
Ma perché è così importante, così interessante questo fatto?
Perché l’idea di raccogliere ossa e pietre, buttarle tutte insieme in una zona paludosa al fine di renderla più facilmente utilizzabile, per rendere il suolo, diciamo, un pavimento più confortevole.. tutto questo prevede un’organizzazione, un ragionamento abbastanza complesso e, certamente, l’abilità di comunicare questa idea al resto del gruppo.
Inoltre questo fa capire quanto quello che, all’inizio, si immaginava essere un rudimentale accampamento di cacciatori, era invece un accampamento piuttosto organizzato e evoluto rispetto all’idea del “cavernicolo” nell’immaginario collettivo.
Ma com’era l’accampamento di Isernia?
L’accampamento di Isernia
Si trattava di un accampamento temporaneo dove i cacciatori si fermavano in gruppo per mangiare gli animali catturati e costruire nuove armi e strumenti in pietra.
Vi erano due zone atte alla costruzione di strumenti litici, ossia in pietra: le zone si trovavano ai lati opposti dell’accampamento e risalgono a epoche diverse.
In base ad analisi effettuate si ipotizza la presenza di fuochi.
Come vivevano gli ominidi di Isernia?
Abbiamo parlato diffusamente dell’uomo erectus nell’episodio numero 4, quello precedente a questo.
Gli ominidi di Isernia erano cacciatori-raccoglitori.
Verosimilmente questi ominidi passavano la loro (breve) esistenza a cacciare per procurarsi cibo e a cercare vegetali commestibili.
Si accampavano in zone protette, come questa, che, a quanto pare, si ingegnavano in qualche modo di rendere più confortevole.
Vivevano in gruppo, sia per proteggersi dai predatori che per cacciare più agevolmente.. cosa logica considerando la grande dimensione delle loro prede!
Erano in grado di costruire strumenti litici, ossia in pietra, e, forse, accendere fuochi.
Attenzione!
Non fate l’errore di giudizio che commettono alcuni testi (anche autorevoli) identificando l’abilità e la, diciamo, concettualità di costruttore con l’essenza di essere umano: saper costruire un riparo o una struttura non è un tratto unico di noi umani, anzi!
Molti animali non umani costruiscono strutture e ripari in cui vivere: pensate, ad esempio, al castoro o alla moltitudine di uccelli nidificatori! (e molte di queste costruzioni sono ben più complesse e raffinate della pavimentazioni di Isernia!).
Ma questa non è la sola “costruzione” paleolitica giunta fino a noi!
Nella prossima puntata scopriremo le capanne di Terra Amata e la grotta di Lazaret e scopriremo
Com’era un accampamento preistorico..?
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